Alcune riflessioni sulla festa del Corpus Domini

Ieri abbiamo celebrato una festa dal significato intimo e profondo,sulla quale forse non meditiamo mai abbastanza. In tutte le nostre chiese si è riflettuto, come la liturgia suggerisce, sull’ultima cena di Gesù e sulla istituzione dell’Eucaristia come cibo e bevanda che ci sazia per l’eternità, il modo che nostro Signore ha scelto per rimanere sempre con noi. Ma spesso per noi l’idea che il nostro Dio, per eccesso di amore,si è fatto pane che mangiamo e vino che beviamo è diventata una cosa normale e quasi ovvia. Riprendiamo perciò la buona abitudine di ricordarci che, ogni volta che compiamo questo gesto “annunciamo la sua morte, proclamiamo la sua risurrezione nell’attesa della sua venuta”.

Un secondo motivo di riflessione riguarda il significato delle parole Corpus Domini. E’ il corpo del Signore, la carne di cui si è rivestito venendo tra noi; carne che si può vedere, toccare, proprio come la nostra, e nei nostri fratelli poveri e sofferenti accarezzare e consolare. E’ questa la grande sorpresa di Dio così come ce la racconta san Giovanni nel prologo del suo Vangelo. Questo ci fa pensare al cuore di carne annunciato dal profeta Ezechiele (11, 18-20), che è il cuore stesso di Dio, che Lui ci ha donato, dal momento che siamo a sua immagine e somiglianza. Il rimando immediato è alla parola “Misericordia”, tema scelto da papa Francesco per il Giubileo straordinario che si aprirà tra qualche mese. Misericordia è il nome stesso di Dio, che è disposto sempre ad accoglierci amorevolmente nel suo cuore come la madre accoglie nelle sue viscere il bambino nuovo a cui darà la vita. E proprio in onore del Sacro Cuore celebreremo venerdì prossimo un’altra festa, a quella di ieri così strettamente legata.

Un’ultima riflessione è legata al significato delle processioni che si svolgono in occasione proprio delle due festività appena citate. Il Gesù storico, ci narrano i vangeli, accompagnato dai suoi amici più stretti percorreva in lungo e in largo le strade della Palestina, annunciando il Regno e incontrando le persone. Il Gesù Eucaristia adesso noi lo accompagniamo in processione per le strade delle nostre città. Ma quante porte troverà aperte, accoglienti e ospitali? E quante luci accese per rischiarargli il cammino? E quanti amici troverà, lieti di accompagnarlo e camminare accanto a Lui?

Permettetemi infine un ricordo d’infanzia. Le strade delle “mie” processioni odoravano di rose e foglie di limone. Noi bambine, coi nostri abitini della prima comunione, eravamo sempre le prime a calpestarle e a farne sprigionare gli aromi che profumavano l’aria. Eravamo come le vergini sagge del Vangelo nel corteo che accompagna lo Sposo, e di anno in anno ( e penso che molte signore della mia età condividano con me questa esperienza) indossavamo i nostri vestiti bianchi sempre più stretti e corti. Adesso le bambine per un solo anno indossano il vestito bianco per partecipare alla processione. Poi lo conservano per non indossarlo mai più.

Ma la veste bianca del Battesimo, quella del banchetto nuziale al quale il Signore ci invita, quella dobbiamo indossarla sempre, tutti gli anni e tutti i giorni della nostra vita.

Anna Maria Cutuli

Segreteria

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