Ma quando arriva?

La domanda più classica da fare quando si aspetta con impazienza qualcosa.

In questi giorni la sentiamo fare in televisione a un bambino nella pubblicità di un famosissimo dolcino al cioccolato con sorpresa. E le allusioni sono evidentissime: un uomo con barba e capelli bianchi con un cappotto rosso visto di spalle e delle corna di renna dietro una siepe. E il calendario dell’avvento così pubblicizzato ci invita a credere nell’esistenza di Babbo Natale e a contare i giorni che ci separano dal suo arrivo. E ci sta bene che ci sia quest’atmosfera magica, con tutti i decori e le luci che già da un po’ si vanno vedendo per le strade e nei negozi.

Ma ricordiamoci che c’è un’attesa di gran lunga più importante, anzi l’unica vera attesa che dovrebbe farci contare i giorni e vivere nell’impazienza. Stiamo aspettando il Bambino che viene per noi. Invochiamolo, come anche il profeta Isaia ci suggerisce nella prima lettura della odierna liturgia: se Egli distoglie lo sguardo o ritarda un pochino noi siamo perduti. Vegliamo allora, è l’esortazione del vangelo di Marco, come dei servi che aspettano il ritorno del padrone. Ma vegliamo non per il timore di un rimprovero, ma per la gioia di rivedere al più presto qualcuno che ci ama e che amiamo, e che al suo arrivo ci colmerà di doni.

Dolce Maria, Vergine dell’attesa, aiutaci a contare i giorni che ci separano dall’avvento del tuo Figlio; saremo saldi nella Fede, lieti nella speranza e gioiremo con Te per la nascita del dio dell’Amore.

Segreteria

Lascia un commento