In un momento in cui tutti si scoprono costituzionalisti e i dibattiti referendari toccano alti livelli, ma anche basse cadute, non è inutile fissare alcune regole per un confronto intelligente e un dialogo vero su un tema così delicato e impegnativo come quello della riforma della Carta costituzionale. Le brevi notazioni che seguono si articolano in un decalogo con cinque no e cinque sì.
- No alle “guerre di religione”: hanno fatto sempre male.
- No alle strumentalizzazioni, quelle in buona fede e soprattutto quelle in mala fede.
- No alle logiche ricattatorie e vendicative, da qualunque parte e da qualunque gruppo esse provengono.
- No alla creazione di “nemici” a propria immagine e somiglianza.
- No alla semina di paure e di allarmismi: i catastrofismi non fanno bene a nessuno, o forse servono gli interessi di qualcuno. Attenzione anche alle valutazioni pseudo religiose o pseudo spirituali.
- Sì al confronto intelligente e sereno, animato dalla cura del bene comune.
- Sì al rispetto di tutte le posizioni sottolineando le eventuali contraddizioni senza astio ideologico o politico.
- Sì alla lettura dei segni dei tempi alla quale bisogna essere formati: non è un criterio valido quello del “si è fatto sempre così”.
- Sì al discernimento intelligente, sapiente e non arrogante: i nostri gruppi ecclesiali devono essere soprattutto scuole di discernimento e non solo in questa occasione.
- Sì al futuro guardato e costruito con fiducia e speranza: siamo chiamati ad amare la storia nella quale viviamo e gli uomini con i quali la condividiamo.
Così il dibattito referendario potrà essere occasione di autentico confronto e di maturazione intellettuale e spirituale.
Santo Toscano