Maestro dove abiti? Con questa domanda si è deciso di intitolare l’evento del 14-15 settembre, organizzato dalla pastorale giovanile in Sicilia, aperto a tutti i giovani siciliani con il grande obiettivo di ricordare il 25° anniversario del Martirio del Beato Padre Pino Puglisi, che con il suo stile di vita è diventato un esempio da seguire.
Il 14 settembre 150 giovani della diocesi di Acireale, guidati dal responsabile del servizio diocesano per la pastorale giovanile, don Giuseppe Pavone, carichi di Fede, entusiasmo e curiosità sono giunti a Palermo, dove li ha accolti la pioggia, ma non per questo si sono fatti intimorire, pertanto nel pomeriggio hanno raggiunto la struttura dei Padri Bocconisti, luogo in cui hanno pernottato.
A causa del maltempo sono stati annullati gli eventi previsti per la serata quali: la festa di accoglienza con animazione e testimonianze, presso Piazza Politeama e il musical in onore di Padre Pino Puglisi “L’amore salverà il mondo”. Nonostante ciò, alcuni giovani hanno avuto l’occasione di partecipare alla veglia di preghiera svoltasi presso la chiesa di S. Francesco di Paola, ed altri hanno visto un film su “don Pino Puglisi” nella chiesa di S. Lucia al porto.
Il giorno seguente, i giovani, si sono incamminati in direzione del Foro Italico, luogo in cui hanno avuto la Gioia di partecipare alla Santa Messa celebrata da Papa Francesco, il quale durante l’omelia ha parlato ai giovani dicendo loro che : “la vita va amata e difesa e chi vive per il proprio e per sé avendo successo appare vincente agli occhi del mondo, ma in realtà Perde la vita intera, infatti, solo chi dona se stesso trova il senso della vita terrena e vince quella celeste”. Un grande esempio di questo è Don Pino Puglisi, che con il suo vivere, seminando il bene ha donato la propria vita sconfiggendo il male con la voce più grande, quale è la Preghiera e la propria Testimonianza. Papa Francesco ha invitato i giovani a compiere azioni di bontà e servizio per gli altri, senza aspettare un contraccambio, con il coraggio di rischiare per il Signore, con la consapevolezza che nella vita il vero pericolo è non rischiare vivendo tra comodità e scorciatoie. Poiché chi vuole seguire l’esempio di Gesù deve essere pronto a mettersi in cammino domandandosi cosa è possibile fare per gli altri, per la chiesa e per la società, senza aspettare che questi facciano qualcosa per i giovani, ma che proprio questi ultimi comincino ad agire, senza fuggire dalla propria responsabilità, scegliendo l’amore, ascoltando e servendo i bisogni del popolo.
Dopo la S. Messa i ragazzi si sono recati nei vari locali per pranzare e successivamente nel pomeriggio hanno raggiunto Piazza Politeama per incontrare il Santo Padre, il quale ha detto ai giovani di cercare il Signore nel cammino e nella relazione con gli altri e pregando con le proprie parole, perché “Gesù crede in voi più di voi stessi”.
“Fate Chiesa camminando” ha detto il Santo Padre, invitando i giovani a mettersi in gioco, superando la paura di fare figuracce, perché “meglio cavalcare i sogni belli con qualche figuraccia, che diventare pensionati del quieto vivere”, “meglio buoni idealisti, che pigri realisti”, “meglio essere Don Chisciotte che Sancio Panza”. “SOGNATE IN GRANDE! Perché nei grandi sogni troverete le parole del Signore”.
La missione che il Papa ha dato a noi giovani è quella di essere uomini e donne di incontro, incontrare e fare incontrare, favorire gli incontri, perché il mondo di oggi è un mondo di scontri e di guerre, agendo con una Fede, che si fonda sull’ incontro capace di esercitare i tratti distintivi dei Cristiani, come la solidarietà ed essere pronti all’inclusione e all’integrazione dei Popoli, secondo l’amore, non quello sentimentale, ma quello concreto, l’Amore del Vangelo. “Dio ama chi dona con gioia!”
Pertanto, bisogna VIVERE la vita, mettendoci a disposizione degli altri, essendo pronti a sporcarci le mani, e solo così noi Giovani saremo i veri costruttori del Nostro Futuro, senza avere paura di denunciare… lottando per i nostri sogni e i nostri ideali, come “ALBE DI SPERANZA”, che devono dire no al pessimismo, e no alla rassegnazione, ma speranzosi che tutto possa cambiare, con la voglia di generare una civiltà dell’Amore, in cui siano presenti il senso di appartenenza e di identità.
I giovani della diocesi di Acireale hanno partecipato con grande Fede, Gioia, Entusiasmo ed Emozioni intense, a questo evento, rientrando nelle proprie abitazioni, la sera del 15 settembre, con la speranza che qualcosa possa realmente cambiare, ma con la consapevolezza di dover avviare un dialogo costruttivo con gli adulti, lottando per i propri ideali e cercando di operare col fine di realizzare un senso di appartenenza e di identità al proprio territorio.
Giulia Cristaudo